Al secolo
Felice Peretti. Di umile
famiglia marchigiana, nel 1434 entrò negli ordini minori conventuali.
Ottenne la laurea dottorale in Teologia a Fermo nel 1548 e diventò
predicatore e teologo per il suo ordine. A Roma, nel 1552, conobbe Michele
Ghislieri, futuro Pio V, il quale, nel 1560, lo favorì nella nomina a
consultore della congregazione dell'Inquisizione. Nel 1566 fu creato vescovo e
vicario generale dei Conventuali e nel 1570 fu nominato cardinale. Fattosi
prudentemente da parte durante il pontificato di Gregorio XIII, periodo che
dedicò agli studi e alla cura di una nuova edizione delle opere di
sant'Ambrogio, fu eletto papa nel 1585. Durante i suoi cinque anni di
pontificato si impegnò, sia sul piano internazionale sia su quello
interno, per la creazione di una situazione che prevedesse il ruolo centrale
dello Stato pontificio. In Italia fu intransigente nel reprimere il banditismo e
nell'accentrare su di sé i poteri contestati dalla nobiltà;
riorganizzò l'economia aumentando al contempo i controlli doganali,
proponendo la vendita degli uffici e disponendo la concessione di prestiti
pubblici garantiti dalle entrate della Chiesa; riordinò la curia romana
portando a 70 il numero dei cardinali e creando, o riorganizzando, 15
congregazioni cardinalizie permanenti. La politica estera di
S. si
orientò verso il mantenimento di un equilibrio politico che garantisse la
libertà della Chiesa e che, al contempo, arrestasse il propagarsi della
Riforma protestante, trovando in Venezia un valido alleato. Tra le sue azioni ci
fu il tentativo di fermare l'influenza spagnola sul trono di Francia: in questo
senso, dopo avere tentato di avvicinare la lega cattolica capeggiata dal duca di
Guisa al legittimo sovrano Enrico III, dopo la morte di quest'ultimo, e vista la
possibile vittoria dell'ugonotto Enrico IV di Navarra, da lui precedentemente
scomunicato, lo sostenne, favorendone anche la successiva conversione. In campo
artistico-culturale,
S. fu promotore di una modernizzazione della
città di Roma sia in campo viario, sia in campo architettonico,
nell'intento di celebrare la definitiva supremazia della Roma cristiana su
quella pagana: fece costruire l'acquedotto Felice e gli attuali palazzo e del
Laterano; fece ampliare il palazzo del Quirinale e altri palazzi vaticani;
ordinò restauri in varie chiese e basiliche; fece completare la cupola di
San Pietro. Fece curare una nuova versione della
Vulgata, ma volle
intervenire personalmente e in modo arbitrario sulla revisione del testo e alla
sua morte l'opera venne ritirata (Grottammare, Ascoli Piceno 1520 - Roma
1590).